Il filosofo Gadamer insegnava che ciascuno di noi vive immerso in una situazione, in una prospettiva; nel suo gergo, in un orizzonte. Non solo; reinterpretiamo figure e opere del passato, immerse in altri orizzonti, in base al nostro, in una sorta di fusione di orizzonti. Così nel corso del XIX secolo e poi nel XX, emerse l’immagine del “Gesù socialista”. Il primo “socialista”, come ancora qualcuno dice.
Mi piace perciò fare un cenno alla “predica di Natale” di Camillo Prampolini, dedicata alle “donne cattoliche”. Eccone uno stralcio, pubblicato per la prima volta nel 1897: “Se i lavoratori dei campi e delle città si daranno la mano”; (…) se i lavoratori, “invece di vivere isolati e di farsi la concorrenza, metteranno in pratica il precetto di Cristo: Amatevi gli uni cogli altri siccome fratelli, e formeranno dovunque le loro associazioni; allora, davanti alla crescente unione dei lavoratori, le ingiustizie sociali scompariranno come si dileguano le tenebre dinanzi al sole che nasce”. Forse non cesseranno affatto, tali storture, ma la vita sarà più degna di esser vissuta. L’essere umano, infatti, è un legno storto e proporsi di levigarlo può condurre a disastri peggiori.
Ma Prampolini credeva nel Gesù “socialista”, tanto da avvicinarsi anche alla predicazione dei cristiani evangelici.
E tale rappresentazione di Gesù è rimasta fra quelle idealtipiche, per dir così. Del resto, chi non ricorda l’episodio di Gesù nel tempio? Ecco, esso veniva reinterpretato sulla base della nuova sensibilità che stava maturando in seno al movimento dei lavoratori. Così, ad esempio, il sermone sul monte. Per non far cenno alla nascita in una mangiatoia.
Agli inizi del Novecento il periodico metodista L’Evangelista indisse un referendum sull’adesione al socialismo. Prevalsero i “sì” e giunsero in redazione lettere che esprimevano entusiasmo per tale connubio. L’obiettivo non era di “impossessarsi” di Gesù e dei testi biblici, o di sottometterli a una qualche egemonia. Si coglievano semplicemente le affinità fra i due messaggi, che restavano distinti; si incontravano, per l’appunto, due orizzonti.